Intervista a Eleonora Mattia

Abbiamo incontrato ed intervistato l’avv. Eleonora Mattia autrice del libro.

Ciao Eleonora, grazie per aver accettato questa nostra intervista.

Ci interessa il tuo libro “I giorni del Coraggio”. Ci interessa perché racconta storie di donne.

  • Come nasce l’idea di questo libro?

Il sogno di scrivere un libro è sempre stato dentro al cassetto. L’input per scriverlo l’ho avuto durante la pandemia. Un periodo duro e particolare per tutte e tutti, ma i cui effetti non sono stati ugualmente ripartiti. Da tutte le ricerche è emerso fin da subito l’impatto differenziato di una crisi che ha acuito distanze e diseguaglianze e, in particolare, ha duramente colpito le donne e le ragazze costrette a misurarsi con vecchi e nuovi ostacoli. Di fronte a una narrazione tutta al maschile dell’emergenza, con questo libro ho voluto restituire una testimonianza collettiva e di genere della pandemia: ho scelto quindici protagoniste – più la sedicesima storia, la mia – tra le tante tenaci e coraggiose donne che ho avuto la fortuna di incontrare in questo viaggio della politica e con le quali mi sono confrontata nei momenti più duri, cercando soluzioni a problemi complessi e, a volte, un semplice conforto morale. Ho voluto raccontare le loro storie, le loro emozioni e il loro coraggio: sono tutte storie appassionanti, ma soprattutto vere, che raccontano le esperienze e la forza di migliaia di altre donne per le quali spero che il libro sia da stimolo nella quotidiana lotta per l’affermazione di una piena, libera ed effettiva partecipazione femminile alla vita sociale, economica e politica del nostro Paese.

  • 15 storie diverse tra loro. Cosa unisce queste storie?

Il filo rosso che unisce le storie è chiaramente il virus, il Covid-19. Ma la pandemia è solo il pretesto per raccontare i mondi, le esperienze e anche le prospettive future di queste donne. Dietro ogni storia ci sono le migliaia di altre che hanno vissuto e vivono realtà simili, così come tutte quelle che non ho potuto raccogliere nel libro: il senso è dare voce al protagonismo femminile, in ogni settore, e raccontare quanto lavoro e quanta tenacia le donne sanno mettere in ogni cosa che fanno.

  • Nessuna storia di dolore, perché questa scelta in un periodo in cui le statistiche di violenza alle donne sono aumentate di molto?

Perché con questo libro ho voluto restituire la forza resiliente femminile e non solo un’immagine di fragilità. È vero, la società continua ad essere dilaniata dalla violenza di genere che rimane un problema strutturale nel nostro sistema di convivenza sociale e la pandemia ha avuto un forte impatto anche da questo punto di vista: la maggior parte degli abusi si consumano nelle mura domestiche per mano dei partner e molte donne durante il lockdown non sono “rimaste a casa” in sicurezza. Lo abbiamo visto con il blocco iniziale delle chiamate al numero antiviolenza nazionale 1522 e poi con il picco – tragico – delle nuove segnalazioni. Tutto questo ha uno spazio nel libro, tramite la storia di Gabriella Carnieri Moscatelli – la Presidente dell’Associazione nazionale volontarie del Telefono Rosa – ma all’interno dello stesso racconto troviamo anche la tenacia di una donna che ha combattuto il dolore per la perdita del marito e ha lottato affinché la sua prestigiosa associazione continuasse, con tutte le difficoltà del caso, ad offrire supporto e tutela alle tantissime donne che ne avevano bisogno. Così anche tutte le altre storie cercano di tirare fuori la forza delle donne che precede e va oltre la pandemia, ma in essa ha avuto modo di esprimersi fuori dal quotidiano silenzio.

  •  Tu, donna, politicamente impegnata, come giudichi questa “esperienza letteraria”?

Un desiderio che diventa realtà e una grande soddisfazione personale. Come racconto nel volume, ho imparato sulla mia pelle, e continuo a provarlo ogni giorno, quanto difficile sia per una donna affermarsi in politica. E anche per questo ho deciso di raccontare anche la mia storia, l’impegno politico che ha attraversato gran parte della mia vita, ma anche le gioie e le difficoltà di una donna come tante altre.  La mia è la storia di una donna che ha creduto nelle proprie passioni e nel fuoco che queste accendono, trasformandole giorno dopo giorno, delusione dopo delusione, in azioni concrete per il bene comune. È la storia di una donna che ha avuto la possibilità di mettersi in gio­co e, pur con estremo sacrificio e impegno, crede fermamente che nessuna possa sentirsi arrivata se, dietro di sé, ha il vuoto.

 

  • Puoi indicarci almeno un messaggio che le tue storie raccontano?

Credo che il messaggio più forte sia quello della sorellanza: la voglia di dare spazio alle altre, ma anche di raccontare quanto sia preziosa e generativa la rete tra donne. Raccontarne talenti, sogni, fragilità e forza. Il libro è un regalo per le bambine che hanno bisogno di esempi di donne forti e coraggiose per essere libere, sempre come e dove i loro sogni le portano.

 

  • A noi è piaciuta molto l’ultima immagine che racconti nel libro. “Sempre …. Tanto rumore”, immaginiamo che la scelta di concludere così non sia casuale.

Fare rumore. Un’espressione che ho ripetuto spesso durante il mio tour di presentazioni del libro. Significa prendere parola e spazio, soprattutto nella sfera pubblica. Rifiutarsi di indietreggiare. Pretendere che il merito, il talento, la professionalità siano riconosciuti a prescindere dal genere. Valorizzare le differenze e saperle incanalare in un sistema di convivenza paritario. Fare rumore per quelle che sono state silenziate, messe in ombra e anche per coloro che hanno sempre dovuto fare un passo indietro. Il libro è un atto di solidarietà per tutte loro. Oggi è tempo di fare rumore – appunto – e partire dalla forza delle donne per costruire un nuovo modello sociale che la pandemia ha reso ancora più urgente e che non può prescindere dalla piena ed effettiva parità come requisito di cittadinanza democratica.

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