CODICE ROSSO – PER DIRE NO ALLA VIOLENZA

CODICE ROSSO – PER DIRE NO ALLA VIOLENZA

CODICE ROSSO – PER DIRE NO ALLA VIOLENZA

CODICE ROSSO – PER DIRE NO ALLA VIOLENZA

Tutte le statistiche sono concordi nel dover evidenziare che il numero maggiore di aggressioni contro le donne maturano in ambito familiare e comunque nell’ambito delle proprie conoscenze.

Un compagno violento, amici che in nome dell’ amicizia si sentono autorizzati a pretendere di più, con la violenza o con l’inganno sollecitando abuso di alcool o di sostanze stupefanti se non addirittura l’odiosa “droga dello stupro” per annientare la volontà della loro vittima. 

Ed allora ancora brutte storie di  femminicidio a Roma così come in provincia di Milano, e di  Violenza di gruppo in molte città italiane come la storia di Lecce, ed anche vicino a noi a San Cesario vicino a Roma.

Dove possibile per prevenire questi odiosi atti è possibile rivolgersi al 1522.

Numero di Anti Violenza promosso dalla Presidenza del Consiglio ma anche al  112 dei carabinieri.

Prevenire, allontanando da noi i nostri aguzzini, i nostri Stalker.

La legge “Codice Rosso” 

 nasce proprio per le tante, troppe denunce fatte da tante donne.

Anche famose. Come Federica Panicucci e Michelle Hunziker che erano state perseguitate da un giovane bolognese. 

Numerose sono le campagne di sensibilizzazione promosse anche dalla Polizia di Stato, e dal corpo dei Carabinieri 

Ma quando non basta il codice rosso, si può ricorrere alle case protette 

Come la storia di Maria che ci ha scritto per Raccontare per aiutare, l’iniziativa da noi promossa. 

Maria, nome ovviamente di fantasia, aveva già subito aggressioni fisiche e  verbali ma aveva provato a resistere. Non per amore, ma perché lei con quella persona ci lavorava come domestica e di quel lavoro aveva bisogno. Lui ora è morto e lei sta ricostruendo la sua esistenza.

 

Il codice rosso è un provvedimento che dovrebbe proteggere e prevenire da comportamenti violenti.

Tuttavia è sempre più importante che chi è preposto a decidere, i Magistrati, lo facciano tempestivamente e bene. 

 

Non come nel caso di una donna che nonostante le sette denunce presentate dal 2015 al 2019 non è stata tutelata dallo Stato Italiano che è stato ancora una volta condannato dalla Corte Europea

Sì, è importante che il sistema giustizia funzioni e che il CSM si interroghi seriamente circa alcune sentenze che seguono una cultura incredibilmente misogina. 

Ma ci ripromettiamo di affrontare questo aspetto con l’attenzione che merita.

 

I giudici valutino ogni circostanza di Codice Rosso tempestivamente, nella tutela e nella salvaguardia della presunta persona offesa.

Presunta vittima, certo, perché l’applicazione delle norme restrittive previste dalla norma non rappresentano una sentenza di condanna ed assumono un carattere provvisorio.

 

Perché, giustamente, il nostro ordinamento pone l’accusato innocente fino a prova contraria. 

Quindi il codice rosso è uno strumento di prevenzione, provvisorio, da riconfermare.

E come tale deve essere utilizzato.

Ma utilizzato tempestivamente. Perché è già difficile denunciare ma ancor peggio è farlo e non sentirsi adeguatamente tutelati dallo Stato circostanza che la Corte di Appello di Torino con una sentenza choc non ha voluto tutelare, ritendo una porta socchiusa una autorizzazione allo stupro. 

 

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