Un grande frastuono. Poi le grida, gli allarmi delle macchine, le sirene di ambulanze forze dell’ordine. Una bomba. Ancora un’odiosa strage.
Vengono uccisi Paolo Borsellino e 5 uomini che lavoravano per dare sicurezza al nostro paese.
Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Lasciamo le loro famiglie, i loro amici, i loro colleghi nel lutto, nel dolore, nella costernazione.
Una frase detta con un nodo in gola da Antonino Caponnetto sintetizza tutto questo dolore: “è tutto finito”.
Appena due mesi prima un altro frastuono. Altre grida. Altre sirene. Altri morti.
Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della sua scorta.
Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Altra bomba. Altra strage.
Due eccidi che vengono sempre ricordati insieme, perché i due obiettivi, Falcone e Borsellino, erano amici sin dall’infanzia.
Cresciuti insieme nel quartiere della Kalsa a Palermo. Perché i due amici avevano condiviso lavoro e paura, risultati e sconfitte.
Avevano condiviso soprattutto il senso del dovere, la loro passione per la verità, l’obiettivo di dare il loro contributo alla creazione di una società libera.
Bruno Vespa chiedeva a Falcone: Ma chi glielo fa fare? E lui, semplicemente: Il mio senso del dovere.
Ecco, non saremo noi a lanciarci in analisi storica che pure sono importanti per capire la nostra società ed il nostro Paese.
Ma di fronte a tanti “influencer” che raccontano che la vita è fatta di lusso, di buon cibo, di vacanze da sogno, di vestiti firmati e di tutto quanto possa essere bello ma effimero, noi vogliamo ricordare chi ha dato la propria vita semplicemente per “ il senso del dovere”.
Quell’intimo personale impulso a cui la nostra autocoscienza ci richiama. Spesso senza chiederci gesti eroici o di mettere a rischio la nostra stessa vita.
Quel senso del dovere nel fare bene il nostro lavoro, il nostro studio, il nostro essere genitori e figli con passione attenzione ed un sorriso.
Ed allora noi non dobbiamo dimenticare.
Dimenticare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è oscurare la nostra storia.
Noi dobbiamo ricordare.
Ricordare Giovanni e Paolo che con il loro sacrificio in vita e sino alla offerta della loro tragica morte, hanno combattuto per costruire una società libera dalla mafia, dalla violenza, dalla corruzione.
Noi dobbiamo imparare.
Imparare da Giovanni, Paolo, Francesca Agostino, Emanuela, Vincenzo, Walter, Claudio, Antonio, Rocco e Vito, donne e uomini che hanno dato la loro vita per rispondere si al loro senso del dovere.
PER NON DIMENTICARE.
PER RICORDARE
PER IMPARARE.
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